lunedì 20 gennaio 2014

The Gudu's Nippo Experience part 5

Finalmente riesco a trovare un po' di tempo per proseguire col racconto del viaggio in Giappone.

La mattina del  quinto giorno siamo saltati sul treno in direzione Nara.

Cos'è Nara?

Nara è una cittadina di circa 320.000 abitanti, situata nell'isola di Honshu.
È il capoluogo della prefettura di Nara ed è stata capitale del Giappone dal 710 al 794 d.c.
Nel 1998 è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO ed è una delle mete turistiche più famose del Giappone.
Due sono le cose più conosciute di Nara: il tempio di Toshodai-ji all'interno del quale c'è la seconda statua di Buddha più grande del mondo ed i cervi sacri.


Siamo arrivati alla stazione che scendeva una leggere pioggerella.
Abbiamo aperto l'ombrellino comprato a Tokyo e ci siamo diretti verso la zona dei templi (nella parte collinare della città).
Nara è una cittadina molto anonima: una grande via principale dritta che porta alla zona dei templi ed una piccola zona commerciale coperta che si affaccia sulla via.

Mentre camminavamo la pioggia ha cominciatato ad aumentare di intensità accompagnata da un forte vento... tanto da costingerci a riparare nella zona commerciale.
Il cielo era cupo e basso e la pioggia scendeva sempre più forte.
Dopo qualche minuto di attesa, abbiamo deciso di comprare un ombrello "di quelli grossi" ed avventurarci nella pioggia... in fondo avevamo solo un giorno per fare il giro di tutti i templi della città che erano circa una decina e non c'era tempo da perdere.
Il primo tempio era a solo 200 metri dalla zona commerciale, ma in quel breve lasso di tempo, nonostante i due ombrelli, ci siamo bagnati completamente.
La pioggia scendeva così forte che io non riuscivo a fare fotografie perchè l'autofocus dell'i-phone non riusciva a mettere a fuoco... fortuna che c'era la Vigi con la sua Reflex e la sua abilità.
Arrivati al primo tempio, ci siamo riparati sotto una tettoia... sembrava di stare nel mezzo di una tempesta tropicale... solo che faceva piuttosto freddo.
Dopo 20 minuti di stallo (nei quali ci siamo fatti timbrare il quaderno) abbiamo deciso di prendere la navetta per andare al tempio di Toshodai-ji; fare il giro a piedi era inconcepibile.
Anche solo arrivare alla fermata dei bus è stata un'impresa: il vento ci spostava letteralmente e la pioggia ci colpiva come piccoli proiettili.
Ad un certo punto abbiamo visto tre cervi cercare di ripararsi sotto ad una pensilina, ma non ci abbiamo fatto troppo caso perchè troppo impegnati a trovare la stazione degli autobus.


Dopo circa venti minuti eravamo all'ingresso del tempio  di Toshodai-ji bagnati fradici ed infreddoliti.
Sotto il tetto della porta di ingresso c'erano almeno trenta cervi ed un centinaio di persone che si riparavano dai furiosi elementi atmosferici.



Raggiunta la porta siamo stati subito avvicinati da questi mitici cervi di Nara che hanno infilato il muso nei nostri zaini e nelle nostre tasche in cerca di cibo.
E' stato molto pittoresco interagire con questi animali (che hanno reso famosa Nara forse ancor di più dei templi e della statua di Buddha), questi cervi non hanno nessuna paura dell'uomo,
anzi amano farsi coccolare e nutrire dai turisti. Non corrono rischi perchè considerati sacri in quanto messaggeri divini nella religione Shinto.



Dopo una sosta alla porta, ancora 100 metri di diluvio per raggiungere l'ingresso e poi abbiamo potuto finalmente vedere la statua del Buddha ed altre statue quasi altrettanto imponenti.
La statua del Buddha è alta 14 metri è composta da un corpo di bronzo placcato d’oro.
Ci lavorarono 900.000 artigiani per undici anni.
Fecero otto fusioni da assemblare, consumando tutte le scorte di metallo (il progetto della statua ai tempi mandò quasi in bancarotta l’economia giapponese).
Di primo acchito non mi è sembrata così grande in quanto ben inserita nelle proporzioni del tempio, ma quando ci siamo mossi nella parte posteriore della statua, ho potuto rendermi conto di quanto immensa fosse.



I tempio è molto bello e ci sono altre cose interessanti da vedere oltre alla statua del Buddha.
Ad esempio una delle colonne portanti della sala principale ha un foro nel mezzo che si dice sia della stessa grandezza delle narici del Daibutsu. I visitatori cercano di passarci nel mezzo perché la leggenda dice che chi riuscirà ad attraversare il foro sarà benedetto con l’illuminazione nella vita futura.
I bambini riescono a passare senza problemi, ma un adulto a parer mio non ci passerebbe... eppure si dice che molti ci provino (quel giorno nessuno l'ha fatto a causa forse dei vestiti troppo bagnati).
All’ingresso del tempio si è accolti poi da due statue dei guardiani raffiguranti l’inizio e la fine. Sono abbastanza spaventose come figure e fanno il loro effetto mistico.
Io ho trovato stupende e di grande effetto le figure danzanti del Nio che stanno di fianco alla statua di Buddha.
I Nio sono conosciuti come Ungyo (con la bocca chiusa) e Agyo (con la bocca aperta). Dalla loro costruzione queste figure non furono mai mosse dalla loro nicchia.
Sono molto grandi e da loro emana un'aura di forza mistica. Quanto volte ho scritto "mistico" o "mistica" in questo post? Tante, ma non mi vengono in mente altri termini che descrivano meglio la situazione.
Purtroppo la massiccia presenza di turisti rovinava un po' l'atmosfera del luogo.

Quando siamo usciti dal tempio la piogga era cessata, le nuvole rimanevano minacciose, ma la pioggia aveva concesso una tregua.
Con la navetta abbiamo raggiunto i templi sulla sommità della collina.
In quel momento c'erano pochissime persone in quanto nel parco vicino alla città si teneva un evento importante.
E' stato bellissimo visitare i templi, in quel momento semi-deserti, di quella zona... c'erano lunghi porticati in legno, spazi interni di grande effetto ed un'atmosfera di grande pace.
Mi ricordavano molto i templi che si vedono nei manga e negli anime giapponesi ambientati nell'epoca Sengoku.
C'erano poi stanze buie con lampade cerimoniali accese ed altre costruzioni ed ambientazioni molto particolari.





In quella zona abbiamo conosciuto un turista giapponese che ci ha accompagnato per quasi tutta la visita.
Lo abbiamo incontrato mentre cercavamo l'ingresso dei templi; lui era più in difficoltà di noi perchè non riusciva a leggere la mappa ed insieme abbiamo cercato di orientarci.
Una volta trovato l'ingresso è sempre rimasto con noi; quando rimanevamo indietro ci aspettava e si assicurava che avessimo visto tutte le cose importanti. Alla fine ci siamo fatti l'immancabile fotografia insieme.


Il viottolo che riportava al centro abitato e costellato di... non saprei come chiamarli se non "piglioni in pietra" che all'interno avevano uno spazio per una candela... come fossero lampade cerimoniali in pietra... spero che le foto a seguire siano più esaustive della mia penosa descrizione.




Arrivati al parco principale della cittadina, si siamo fermati vicino ad un grosso palco (sul quale era appena finita una rappresentazione) ed abbiamo preso un po' di cibo da un vicino banchetto... sostanzialmente anelli di pollo fritti... delizia.


Dopo il pranzo (chiamiamolo pranzo, ma erano le 15.00) ci siamo avviati verso la stazione dei treni per tornare a Kyoto.
Sul percorso abbiamo incontrato una grossissima sfilata di gruppi di ballo tradizionali.
Sembrava un carnevale occidentale, solo che non c'erano i carri ma danzatori ed i costumi erano tradizionali.
Abbiamo rischiato di arrivare in ritardo in stazione, ma eravamo troppo avvinti da quelle rappresentazioni e dalla passione e concentrazione con la quale quelle persone ballavano.
In questo frangente la Vigi ha fatto delle foto bellissime, che non posso esimermi dal pubblicare.













Arrivati in stazione abbiamo scoperto tutti i treni erano soppressi od in ritardo a causa del tifone (chiamiamolo così).
E' un'evento rarissimo in Giappone dove tutto funziona come un'orologio ed infatti gli addetti delle ferrovie non erano in grado di far fronte alla situazione.
Tutti gli avventori giapponesi si aggiravano come persi nella stazione nel pieno panico... gli addetti alle ferrovie erano più nel panico di loro e rimanevano in silenzio se gli si chiedevano informazioni o balbettavano cose incomprensibili.
Gli unici che non erano nel panico eravamo noi ed altri 4 turisti occidentali.
Alla fine è arrivato un treno che non si capiva bene fin dove arrivasse e ci siamo saltati tutti sopra.
Ad un certo punto, fermi ad una stazione... mentre il capotreno era nel panico e non riusciva a dare informazioni... abbiamo capito che dovevamo scendere dal treno di corsa e prendere quello di fronte a noi.
Così noi 6 occidentali ci siamo tuffati fuori violando almeno 532 norme di sicurezza nipponiche e siamo saltati sull'altro treno che stava praticamente partendo violandone altre 512.
Ovviamente i nipponici sono rimasti sull'altro treno e probabilmente sono arrivati a destinazione il giorno dopo.

Noi avevamo prenotato per le 18.00 la cerimonia del the a Kyoto.
Siamo arrivati a Kyoto alle 17.45, siamo saltati su di un taxy dando l'indirizzo al taxista che con incredibile flemma si è messo a consultare la piantina.
Dopo 20 minuti di giri a vuoto, la Vigi si è messa a leggere la piantina e ad un certo punto ha detto di fermare il taxi e fra una peripezia e l'altra siamo arrivati sul posto con solo 10 minuti di ritardo... con i piedi nudi e bagnati (le calze fradice erano nello zaino).

Ad aspettarci c'erano due bellissime ragazze vestite in abito tradizionale ed altri cinque turisti: due coppie ed una ragazza giapponese che era venuta ad imparare la cerimonia.
Ci siamo tolti le nostre scarpe bagnate e siamo saliti sul loro tatami perfettamente tenuto con i piedi zozzi, bagnati e dicamolo pure... anche puzzolenti... ed anche questa volta l'Italia è stata rappresentata alla perfezione nel mondo.
Dopo qualche minuto è iniziata la cerimonia del the.
Questa cerimonia è difficile da descrivere.
Assomiglia ad una danza, ma è molto più marziale. Assomiglia ad una "Forma" di arti marziali, ma non è aggressiva.
E' come una preghiera in movimento... potrei dire che è la summa di quello che ho capito sulla mentalità tradizionale giapponese.
Mille movimenti fatti con grazia precisione. Ogni singolo gesto, ogni singolo respiro ha un significato.
Mi sono sentito come trasportato in una dimensione più "sottile".
La cerimonia è durata circa 15 minuti, poi ci sono stati dati "gli attrezzi del mestiere" ed ognuno di noi si è preparato il the.
Dopo la preparazione, c'è stata la fase della bevuta... anch'essa regolata da gesti precisi.
Il gusto invece mi ha turbato... aaaah il gusto... penso di non aver bevuto nulla di peggiore nella mia vita.
Alla Vigi ed all'altra ragazza presente il the è piaciuto... io ed un turista spagnolo eravamo provati dall'esperienza mentre la ragazza giapponese sorrideva e ci indicava di bere tutto, anche le briciole sul fondo (così vuole la tradizione)... uno sforzo mostruoso nel sorridere e nel trangugiare quell'immonda bevanda.

La sera siamo tornati nella zona ggggggiovane a cenare e poi abbiamo fatto una passeggiata nella zona delle gheishe, ma non ne abbiamo vista nessuna.


Al ritorno al ryokan abbiamo chiesto di portarci (ovviamente in mano) le scarpe in camera per asciugarle, ma il gestore non ci ha ovviamente dato il permesso, guadagnandosi una serie di improperi in italiano, piemonte ed anche un paio di imprecazioni basche che erano sfuggite allo spagnolo quando ha bevuto l'ultima sorsata di the verde.

Un'altro giorno nipponico era finito... mille cose viste... mille esperienze... tanta soddisfazione.

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