mercoledì 29 ottobre 2014

The Gudu's Nippo Experience part 7

Settimo episodio del nostro viaggio in Giappone di agosto 2013... caspita, è passato più di un anno.
Il sette è il mio numero preferito e devo dire che la giornata che vado a descrivere è stata quella che ho preferito.

Ricordo la sensazione che ebbi la prima volta che viaggiai al di fuori dell'Europa... ero in Namibia in cima ad un altipiano e pensai : "Sono dall'altra parte del mondo, a migliaia di chilometri da casa mia... eppure esisto... eppure non mi sento perso".

Ebbi di nuovo quella sensazione quando mi trovai all'inizio del percorso naturalistico che da Nikko portava al lago Chuzenji con i suoi templi e la sua atmosfera magica.

Per arrivare all'inizio del percorso abbiamo preso un bus locale che in 20 minuti ci ha portati a destinazione.

Il percorso iniziava con la risalita di una torrente così inclinato da sembrare una cascata.


Abbiamo affrontato la scalinata lentamente in mezzo ad una decina di altri turisti (tutti giapponesi) attenti a tutto quello che ci circondava; i miei sensi erano in massima allerta per non perdermi nulla: odori, rumori, luci, colori.
In cima alla scalinata c'era l'ingresso del parco dove un cartello avvertiva della presenza di scimmie ed orsi.

Il percorso è stato una delle cose più belle che ho fatto in Giappone.

Sarebbe noioso raccontarlo per filo e per segno, lascio questo compito alle foto della Vigi; ben conscio che nemmeno la sua tecnica fotografica potrà rendere appieno l'idea dell'esperienza perchè, come in tutte le fasi del nostro viaggio in Giappone, è stata l'atmosfera dei luoghi a colpirci ed i sentimenti che essa stimolava in noi... ed i sentimenti, per quanto si scriva e si facciano foro, non si possono (per fortuna) raccontare.

Il percorso è durato circa quattro ore, pausa pranzo compresa.

In quelle quattro ore siamo passati in mezzo a boschi, abbiamo attraversato radure, affrontato paludi, attraversato torrenti su pittoreschi ponti in legno e molte altre cose.
A colpirmi è stata la natura estremamente diversa da quella a cui ero abituato e certi scorci che sembravano usciti da una fiaba.
Il percorso era semplicissimo da affrontare perchè tutto eseguito su percorsi a palafitta e grazie alla incredibile buona educazione dei giapponesi, abbiamo potuto goderci i silenzi dei boschi, il canto dei ruscelli, il frinire delle omnipresenti cicale e l'energia dei luoghi.
Ad ogni passo venivamo colpiti dalla bellezza di uno scorcio, una albero, un fiore, un canto di vento fra le foglie, un silenzio, un profumo di fiori.








Abbiamo incontrato poche persone, in tutto una cinquantina su tutto il percorso, compresa una scolaresca di circa 20 bambini.
Il popolo nipponico si muoveva silenzioso e rispettoso della natura all'interno del parco godendosi l'esperienza e rendendola godibile anche per il prossimo.
Curioso il modo di salutare: dopo qualche tempo ci siamo accorti che la gente allungava l'ultima lettera del saluto "Konnichiwa" a seconda del numero di persone che componeva il gruppo incontrato. Ad esempio se incontravano un singolo dicevano "Konnichiwa", se incontravano un gruppo di tre persone dicevano "konnichiwaaa" e se il gruppo era foltissimo "konnichiwaaaaaaaaaa".
Ovviamente nessuno incrociava il prossimo senza salutare e sorridere ed ovviamente anche noi ci siamo adeguati alle loro tradizioni... ci siamo divertiti un sacco a cercare di calcolare quanto lungo dovesse essere il saluto a seconda della grandezza del gruppo incontrato.

Passeggiando senza fretta in totale rilassatezza ed armonia col mondo, dopo una piccola pausa per raccogliere un po' di "terra ricordo", siamo arrivati ai piedi di una grossa e suggestiva cascata.


Propri lì, nel mezzo del bosco, ai piedi della cascata c'era un piccolo ristorantino locale dove si potevano acquistare degli stuzzichini cotti alla griglia: piccoli pesci oppure uova infilzati su ti un bastoncino di legno.


Questi stuzzichini hanno acceso il mio entusiasmo di ex bambino degli anni '80, periodo in cui in ogni cartone animato giapponese apparivano... da "Sampei" a "Lamù", da "Daitarn 3" a "Doraemon".
Il ristorantino serviva anche pasti completi e così ci siamo seduti ad un tavolo ed ammirando la cascata dall'alto ci siamo gustati degli ottimi Ramen.

Dopo l'ottimo pasto, abbiamo affrontato l'immensa scalinata che portava alla punta della cascata.
La fatica è stata ricompensata dal ritrovarci improvvisamente di fronte al lago Chuzenji.
Il lago emanava un'aura di placida forza che imponeva allo spettatore un momento di vera meditazione, forse è per questo che sulla riva di questo lago sono stati costruiti molti templi e molte terme.
Chi conosce il significato più profondo del termine "Meditazione" probabilmente saprà intuire quello che ho provato ad esprimere con queste poche parole.



Il lago Chuzenji (Chuzenjiko) sta sulle montagne sopra la città di Nikko (in bus ci vogliono circa 60 minuti di tornanti su strada inclinatissima).
E' situato ai piedi del monte Nantai (vulcano sacro di Nikko) la cui eruzione ha bloccato la valle sottostante, creando in tal modo il suddetto lago circa 20.000 anni fa.
Le terme più famose presenti sul lago sono quelle di Chuzenjiko, poi ci sono il santuario Futarasan ed il tempio Chuzenji... ed anche  il museo di scienze naturali di Nikko (che non abbiamo visitato poichè ci mancava il tempo).

Abbiamo seguito il sentiero che seguiva le rive del lago fino ad arrivare alla zona dei templi e delle terme (circa 3 chilometri di percorso).

Abbiamo visitato quasi correndo i templi perchè eravamo vicini l'ora di chiusura e non potevamo perderci i timbri di tutti i templi della zona, il perfetto finale dopo quella magica camminata.

I templi della zona erano semideserti e quasi dimessi per lo standard Giapponese, questo creava intorno ad essi un'aura di misticismo che ho apprezzato molto.





Questa volta letteralmente correndo, siamo riusciti a saltare sul bus che ci ha riportati a Nikko.

Rientrati al Ryokan abbiamo fatto una doccia, ci siamo sbellicati dalle risate di fronte alla tv giapponese e poi siamo andati a cena.

La sera ci siamo addormentati con sorriso sulle labbra.
Io avevo ancora impresse negli occhi le immagini della giornata ed avevo dentro al cuore un surplus di pace e serenità.

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